i sosia si innamorano il sabato sera

In una tiepida giornata di settembre ho scoperto di essere una piadina e un bicchiere di braulio senza ghiaccio.
Il Braulio, uno di quegli amari fatti su in montagna, non so precisamente a quale altezza, però sicuramente laddove c’è la neve, forse anche ad agosto o forse no, quello che è certo è che alle 3:07 del mattino ho finalmente scoperto cosa sono; un misto di lievito ed alcool, alcool e lievito, così ho dato una testata al muro e mi sono fatto male, forse allora non sono solo lievito, contentezza infinita.
Tornando a casa un manifesto colorato recitava “Sei ciò che mangi” mi sono detto “Ok, andiamoci piano, fammi pensare, io cosa sono?” cosi ho scavato nel mio passato e ho trovato solo montagne di piadine, erano cosi tante che avrei potuto costruire la mia torre di babele ricca di farine al kamut, condimenti banali e padelle cancerogene.
La cosa mi ha rimbombato in testa tutto il giorno, poi ho visto piangere una fantasia e cosi non ho più provato a definirmi, ma ho cercato di capire perché i desideri piangono, questa contraddizione con la felicità mi ha turbato ed ho iniziato a riflettere così allungo da ritrovarmi in autunno.
Se i desideri sono depressi, non ci resta che bere, ma un amaro a stomaco vuoto potrebbe rivelarsi molesto, allora ho comprato un abito elegante e trovando la scatola dei sogni sotto la pioggia, le ho salvato la vita invitandola a cena.
Aveva un profumo di bassa qualità, di quelli che si trovano al supermercato e agli spacci per signore da fotoromanzo, per signore immobili in svendite di auto inglesi.
Abbiamo parlato del niente tutta la sera, cosi tanto niente da rimanerne sazi odiando solo il pane in cassetta, abbiamo parlato del tempo, abbiamo parlato delle cose che ancora non cambiano, come il dito medio nelle foto di gruppo, come il prezzo delle ciliegie, il sapore del mojito, i ritornelli sudamericani, dei nomi dei figli che verranno e della moquette degli alberghi cosi sporca da tossire conti in banca in rosso. Tutto questo non mutare però ci ha fatto venir fame di vecchi tempi, cosi ho provato a mettere del sale in acqua, volevo il mare, ma siamo finiti per mangiare della semplice pasta in brodo. In macchina, in seguito, ho scoperto che la scatola contesse anche la libido, cosi  una mano incartata ha iniziato a sfiorarmi la gamba, e con la radio accesa mi sono eccitato ed ho iniziato a far promesse.
Siamo finiti sul retro della macchina, e la scatola era diventata improvvisamente bella, dopotutto sono questi gli effetti dell’eccitazione il sabato sera, si prova a capire i canoni di bellezza nei giorni pari e di solito gli orgasmi sono sempre pari. In questo modo anche un sosia potrà innamorarsi di un comico che non riesce a percepire il senso dell’umorismo.
La scatola onirica si è chiusa, senza dare una risposta concreta alle domande bastarde di umani bastardi, ma rispondendo con altre domande vaneggiando la sua unicità.

<<Scatola ma perché i desideri non sanno più ridere?>> <<Non ti è piaciuto?>> <<Non tanto, ma non ti chiedevo ciò per questo, è che ultimamente vedo la fantasia piangere, e la cosa mi sconforta, ti prego dimmi, dimmi perché non sanno più ridere, amare, perché non riescono più a intravedere le luci rosse in quelle semplici gambe bianche?>> <<Vedi, io sono solo una scatola, nient’altro, non ho mai voluto essere nessun’altra cosa nella mia vita, ho sempre pensato da tale, cercando di offrire realmente ciò che si desidera al di fuori delle pretese esterrefatte di una classe umana confusa, di un umanità annoiata dall’avere tutto, se non l’unicità, la stessa per cui io non piango mai>> <<Bè fanculo, questa è una risposta da snob del cazzo, mentre ti scopavo ti ho visto piangere>>
<<Si, perché dopotutto sono solo una scatola>>


Lascia un commento

Blog su WordPress.com.